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I racconti, popolati di oggetti e animali che offrono il loro peculiare punto di vista, condividendo con gli umani molte forme di ego-centrismo, sostengono incontri e scambi (apparentemente) impossibili, consentendo a personaggi incongrui una condivisione su un ideale piano temporale. Così antichi personaggi possono mescolarsi ai contemporanei, mentre sulle stesse passerelle narrative salgono eroi del passato e miti mediatici, ad offrire nuove interpretazioni di storie personali e collettive. Al centro: il punto di vista di coloro che di solito non hanno voce. Inconsapevoli del proprio destino i protagonisti delle storie possono essere gli ultimi a comprendere la rete di eventi che li unisce, l'intreccio prende forma loro malgrado e l'attenzione si rivolge più all'interiorizzazione dei fatti da parte dei personaggi che ai fatti stessi. In questi racconti lo stesso tipo di considerazione viene dedicata all'infanzia come alla vecchiaia, al mondo animale e vegetale, perché in ogni età e in ogni forma di vita si manifesta l'anelito al legame più profondo, al raggiungimento dell'unione. Ognuno cerca la felicità, spesso senza riuscirci (la felicità sembra essere da qualche altra parte, forse è momentaneamente occupata), e il senso di solitudine dell'animo umano scaturisce dalla continua ricerca dell'infinito in un altro essere finito.